Quanto è importante l'educazione alla legalità? Che ruolo hanno l'Università e i giovani nella partita contro la criminalità? Ne abbiamo parlato a La mafia è un fatto umano con il rettore Giacomo Pignataro e alcuni studenti. Abbiamo anche intervistato i promotori dell'accordo tra l’ateneo e Libera, il prorettore Alessandra Gentile e Dario Montana
Un cambio di rotta rispetto al passato. Negli ultimi mesi l’Università di Catania ha mostrato una presenza costante nelle iniziative che si svolgono sul territorio, denotando un rinnovato impegno nella lotta per la legalità. Impegno che non rimarrà confinato all’interno di un'aula conferenze, ma aprirà a nuovi ed interessanti sbocchi didattici. «L’Università – ha detto il rettore Giacomo Pignataro a La mafia è un fatto umano – non ha solo il compito di conferire competenze professionali. Ha pure il dovere di educare i giovani, i quali un giorno andranno a ricoprire ruoli importanti nella società, ad essere impermeabili a quelle pressioni mafiose che certamente nel nostro territorio non mancano». Per prima cosa occorre però mantenere impermeabile l’Università stessa che non sempre è immune alle infiltrazioni della criminalità come, ad esempio, dimostra l'inchiesta che in passato ha coinvolto l'ateneo di Messina. «L’unico modo per difendersi è puntare su un’amministrazione che operi in assoluta trasparenza, e ed è esattamente quello che stiamo facendo», ha sottolineato il rettore.
Un atto significativo è la recente cooperazione culturale dell’ateneo catanese con l’associazione antimafia Libera. «Avevamo già stretto rapporti con altri atenei – ha affermato Dario Montana di Libera – ma con Catania abbiamo fatto un passo in avanti perché stiamo sviluppando una sorta di laboratorio di ricerca sulla criminalità organizzata. Questo connubio sarà utile a noi di Libera per acquisire maggiori conoscenze scientifiche, e all’ateneo che potrà servirsi della nostra esperienza sul campo nella lotta alla mafia». Tra i principali promotori della cooperazione c'è la prorettore Alessandra Gentile: «Verranno attivati dei percorsi specifici nell’ambito dei crediti a scelta e Libera darà una mano ad individuarne i contenuti», insieme a questi corsi partirà un ciclo di seminari che si terrà a breve «per discutere delle nuove prospettive disciplinari», aggiunge il professore Pignataro.
Ma quanto è importante l’educazione alla legalità all’interno dell’Università? Lo abbiamo chiesto ad alcuni studenti dell’associazione studentesca Iride. «Dovrebbe essere un punto fermo – afferma Emanuel – ma attualmente non credo che l’Università ti prepari adeguatamente. Si dovrebbero creare dei momenti di discussione all’interno delle facoltà che coinvolgano studenti, docenti e membri delle associazioni antimafia». Secondo Antonio «gli universitari sono spesso a contatto con la mafia e si adeguano a certe dinamiche, ad esempio pagando i parcheggiatori abusivi», oppure «ci sono quelli che – aggiunge Francesco – dicono di odiare la mafia ma finiscono per finanziarla direttamente acquistando l’erba nei quartieri».